sabato 27 luglio 2013

Fine...

Alle volte mi chiedo come mai è così difficile andare avanti.
Mi chiedo perché quella mole di ricordi ti assalgono come uno stormo di avvoltoi che vedono una bella carcassa.
Dicono che se continui a guardarti indietro, la morte ti prenderà alle spalle.
Ti senti come un vuoto pesante,  non sai con chi parlare, non sai se puoi parlare liberamente. 
Chi potrebbe mai capirti? È difficile esprimere a parole quello che senti dentro. Queste,  hanno un grande potere, purtroppo però,  non sono sufficienti per trasmettere pienamente ciò che lentamente ti consuma, come la fiamma di una candela che, lentamente e inesorabilmente, riduce sempre più la cera e il suo stoppino.
Ho un buco grosso dentro. Difficile da riempire.
Santo cielo, Dio mi è testimone,  ci sto provando con tutte le forze a darmi quella marcia necessaria a tirare avanti.
Ma ci sono dei giorni che proprio pesano molto più di altri.
Dietro ogni seme c'è la solenne promessa di un fiore, dicono...
Ma che accade se questo seme cade su un terreno completamente sterile? 
Che accade se le promesse che ci facciamo altro non sono che semi caduti su un terreno di pietra? 
Hai voglia di gridare il tuo dolore. Hai voglia di dire tutto quello che ti passa per la testa. Ma non puoi... sai perfettamente che quello che diresti, sarebbe il peggior veleno. Feriresti profondamente alcune persone, e forse, proprio le persone che in questo momento vorresti accanto a te con tutto il cuore... Ma sei altrettanto Certo che nemmeno loro capirebbero. O meglio,  vedrebbero SOLO il LORO punto di vista.
Ti senti come un bambino a cui è cacciato in gola il peggior cibo possibile per lui. Vorresti sputarlo fuori. Ma non puoi. Macchieresti la camicia nuova di papà, o il grembiule della mamma.
Quindi fai l'unica cosa che, purtroppo, è sensata. Mandi giù il boccone amaro.
Preghi solamente di vomitare tutto in un secondo momento, magari in un posto dove nessuno ti può vedere.

Alla prossima. 

A.D.M

lunedì 10 giugno 2013

Dove sarà finito?

È notte, in piedi sul davanzale della finestra,  pronto a volare via...
Ti avvicini piano a lui e gli chiedi di sedersi, gli devi parlare...  in fondo, una chiaccherata non la si nega a nessuno.
Gli sorridi educatamente,  e lui, altrettanto educatamente, ti restituisce il sorriso.
Gli chiedi di sedersi...
Lo fa... Tanto per prendere e spiccare il volo c'è sempre tempo.
Ti siedi anche tu. 
Lo guardi, e negli occhi vedi solo tristezza.
Parlate un pò, preghi Dio che ti ascolti.
Saresti stato disposto a stare in piedi tutta la notte pur di riuscire a dissuaderlo, ma nulla sembra fargli cambiare idea... è deciso, vuole volare fuori. Andare via, non pensare più a nulla, non soffrire più. 
Cerchi fisicamente di fermarlo, ma oramai è troppo tardi...
Dove ho sbagliato?
Chi me lo ha fatto fare di venire?
Ho perso una parte di me,
Ora è lì fuori... Perso nel vento, al freddo. Smarrito in un senso di colpa e di impotenza, mi chiedo se lui, il mio sorriso, si sarebbe potuto salvare.
Rimane solo il vuoto. Niente più.

mercoledì 5 giugno 2013

Un anno

Tra qualche settimana sarà passato un anno...
Un anno in cui, almeno una volta al giorno non ho smesso mai di pensare a te...
Che cosa mai starai facendo ora?
Tra le braccia di chi sarai in questo momento?
Chi godrà mai delle tue carezze?
A chi mai rivolgerai mai quel sorriso, quello stesso sorriso che era per me una volta... e che, già allora, mi fece perdere la ragione... Quella ragione, che, come la sbarra di una cella, un pò alla volta, diviene più sottile grazie alla lima che ci passa sopra.
Non sono nulla senza di te. Niente ha senso e nessuna donna sembra in grado di prendere il tuo posto nel mio cuore.
Tu non leggerai mai queste mie poche righe,
come del resto, sono conscio del fatto che più provo qualcosa per te, più ti spavento. Più ti spavento, e più ti allontano. Alla fine, ti capisco.
Veramente...
E' per questo che ti ho lasciata andare. Non mi sono più fatto sentire, e quando ti vedo cambio strada. Non è perchè mi stai sulle palle... magari... ma perchè la tua sola presenza mi può ferire. Quando vedo te, non solo mi torna alla mente quello che non c'è mai stato, ma anche la merda che mi hai gettato addosso, gratuita, per il solo fatto di aver provato del sentimento per te. Non ho il coraggio di parlarti, non ho nemmeno la forza di guardarti. Anche mentre sto scrivendo ora, un paio di lacrime stanno rigando le mie guance... Non ci posso fare nulla. La sofferenza e la privazione fanno questo effetto.
Non è andata... pace. Allora perchè non riesco a farmene una ragione? Non sono come gli altri uomini, che non mollano il colpo finchè non si stufano.
Non voglio arrivare a farmi odiare da te. Anche se ti auguro ogni bene, spero solo di non venire mai a sapere con chi ti sei messa. Sarebbe un colpo che non potrei sopportare.
E' finita... lo so... ma la cosa peggiore è che con te, la mia capacità di provare ancora qualcosa per qualcuna è morta e sepolta. Dentro sono morto circa il 17 Luglio 2012, quando mi hai mandato un messaggio dicendomi che amavi troppo la tua vita per avere legami... Con quella frase, ti ho permesso di uccidermi. Infatti, questo è successo... non riesco più ad amare e a provare anche solo del semplice affetto verso una donna. Anzi, la prima cosa che penso quando una si avvicina è che lei non è come te. O peggio ancora, se lo fosse, sicuramente me lo metterebbe nel culo.
Ho paura... sono stanco... nessuno leggerà mai quello che scrivo, e nessuno si interesserà mai. Siamo usciti per così poco tempo, eppure, mi sento come se avessi perso una parte di me.
Non hai idea di come sto ogni volta che ti penso... non te lo auguro.
I miei studi, mi hanno detto che una persona così attaccata ad un'altra potrebbe fare pazzie verso l'oggetto del suo desiderio... Non è il mio caso (so che è una frase classica che dicono i malati di mente), ma i miei principi mi impongono di lasciare il libero arbitrio all'altra persona, lasciarla andare perchè ognuno ha un percorso da seguire... come sto io è un MIO problema. Violenza, e tutto quello che può portare un attaccamento quasi morboso, non fanno parte di me. Piuttosto che ledere un'altra persona, mi faccio del male io da solo. Mi schifa l'idea di abbassarmi a qualunque forma di coercizione, di qualunque natura essa sia... Non sono io e non fa parte di me.

Notte Angelo mio, ci vediamo nei miei sogni. Quei sogni dove, almeno per una volta, la vita mi ha sorriso e mi ha dato quello di cui sento il maggior bisogno in questo momento.

mercoledì 8 maggio 2013

Il sogno.

Gli uomini, prima di ottenere qualcosa di prezioso,  si imbattono in un valore.
Qualcosa che non si fa per nessuno e che si realizza solo per se stessi.
Questi è il sogno. C'è chi sogna di dominare il mondo,  chi dedica tutta la vita alla creazione di una spada... e se c'è un sogno a cui sacrificare completamente se stessi, c'è anche un sogno che, simile a una tempesta, spazza via migliaia di altri sogni. Non c'entra la classe, né lo status... neppure l'età. 
Per quanto siano irrealizzabili la gente ama i sogni.
Il sogno ci sostiene e ci fa soffrire,  ci fa vivere e ci uccide.
Anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte...
Se si nasce uomini si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita di martirio spesa per il dio chiamato sogno.
Si nasce per caso senza volerlo e spesso si trascorre una vita priva di significato. 
Un amico, per me, è qualcuno che non si affida mai al sogno di un altro... non accetta costrizioni da nessuno. Va avanti decidendo da solo lo scopo della propria vita, e se qualcuno disonorasse il suo sogno, per difenderlo, combatterebbe dedicandovisi anima e corpo... anche se quel qualcuno fossi io.
Per me un amico è un uomo uguale a me.

venerdì 29 marzo 2013

Il tatto

Ogni essere umano è dotato di cinque sensi.
Vista, udito, olfatto, gusto e tatto.
Senza nulla togliere agli altri sensi, vorrei sottolineare quanto sia importante anche il tatto.
Ne stavo giusto parlando con alcuni amici tempo fa.
I nostri recettori tattili sono distribuiti su tutta la superficie del nostro corpo.
Solo sulle mani vi è una maggiore concentrazione di terminazioni nervose.
Senza il tatto,  innanzi tutto, non potremmo mai e poi mai accorgerci se e quando ci tagliamo o prendiamo una botta.
Grazie a questo senso, riusciamo a sentire la ruvidezza o meno delle superfici che tocchiamo, oppure, il calore o la freddezza di un oggetto.
Riuscireste a immaginare una vita senza il tatto?
Sinceramente ci ho provato,  e un brivido freddo mi è corso lungo tutta la schiena (appunto)...
Certo, nulla è paragonabile a un alba in riva al mare o a un Inno alla gioia di Beethoven, ma che dire allora di un mondo dove non possiamo avvertire nulla di quello che un semplice oggetto ci può trasmettere.
Qualunque cosa che possiamo toccare ha la potenzialità di trasmetterci emozioni e sensazioni in un modo tale che vista, udito, olfatto e gusto non potrebbero fare...
Il calore, per esempio, non potrebbe essere avvertito se non con il senso del tatto.
Magari quel caldo che rievoca una sensazione piacevole o un ricordo altrettanto caro.
L'abbraccio o le carezze della nostra dolce metà. Discutendo di questa cosa con una ragazza,  mi sono preso la libertà di darle una leggera carezza sulla guancia...
Una cosa innocente,  che le ha fatto affiorare il sorriso... subito dopo le chiesi a brucia pelo: "Riesci a immaginare un'intera esistenza senza nemmeno sapere cosa vuole dire avvertire un tocco così semplice, ma allo stesso tempo potenzialmente carico di significati? "
Non dimentichiamo che il tatto, è quel senso che ha recettori su TUTTO il corpo...
Riuscireste a immaginare una vita senza sapere cosa vuol dire una vita senza il piacere del sesso.
Cari maschietti e care femminucce, ricordatevi che è grazie a questo senso che noi riusciamo a dare sfogo alla nostra libido e al nostro desiderio.
Ricorderò per sempre un fumetto di nome Rising stars, dove uno dei personaggi, un tal Peter Dawson, aveva un potere particolare. Era invulnerabile,  non poteva essere ferito, nè poteva essere avvelenato.
Unico problema, il suo dono aveva un prezzo... era completamente insensibile dalla testa ai piedi...
Potete immaginare ciò cosa potesse potenzialmente voler dire...
L'autore rende l'idea così bene in un disegno.
Lui che passeggia con le mani in tasca accanto ad una ragazza lungo il classico vialetto pieno di panchine con coppiette annesse.
Se ci pensate bene, direi che come scena rende parecchio.
Che ne dite? 

Il tatto non è tutto, ma è molto. Solo che pochi se ne rendono effettivamente conto.

A.d.m.

lunedì 18 marzo 2013

Uno di quei giorni

Ci sono dei giorni nella nostra vita in cui tutto appare ancora più nero di quello che è. 
La gente ti chiede come stai, e tu, per pura convenzione sociale rispondi "Bene grazie."
Se dovessero leggerti dentro vedrebbero quello che si muove in fondo alla tua anima.
In questi giorni, la verità è che vorresti solamente sprofondare nel buco più nero. 
Ti senti affogare, ti manca l'aria, e senza rendertene conto, ti metti a boccheggiare perché sei in debito di ossigeno. 
Dentro di te senti come se qualcosa non va. Non sei tranquillo, anzi, hai quasi delle crisi di panico. È come se ti avessero chiuso in una bara, e, con le unghie e i pugni, cerchi di sfondarne il coperchio. Ma una volta rotto, dovresti scavare e cercare di non soffocare in mezzo a metri e metri di terra che ti sovrastano.  Quindi,  oltre ad essere rinchiuso dentro una scatola, sai perfettamente che sopra di te la terra ti schiaccerebbe con il suo peso, qualora tu dovessi riuscire a rompere la bara che ti rinchiude... Sepolto vivo... che bella sensazione. Nessuna via di fuga. Sei completamente solo con te stesso, e, il tempo che ti resta non è un regalo, ma solo una lenta agonia che ti porterà verso la fine più ovvia.
Strilli, hai paura, vuoi essere tirato fuori da quel buco. Ma nessuno ti può sentire. Nessuno passa di li. Sei completamente solo, nel buio più nero.
Il tuo cuore alterna momenti in cui sembra che sia li li per fermarsi a momenti in cui ti batte all'impazzata.
Non lo controlli, è, semmai,  il contrario.
Dentro di te non vedi speranza, ma solo disperazione e una gran voglia che tutto questo finisca presto. Chissà per quanto ancora durerà l'aria prima che sopraggiunga la morte per asfissia .
Ti appelli alle tue divinità e una sola domanda ti viene da fare... perché mi hai abbandonato? 
Come se tutto ciò non dovesse bastare ad un certo punto, senti che la tua piccola e angusta scatola comincia a riempirsi di acqua.
Gelida e inesorabile un pò alla volta riempie tutto.
Le tue membra si paralizzano, e la respirazione ti diviene ancora più difficile. 
Anche quel poco tempo che avevi a disposizione, sarà velocemente consumato dal nero liquame che riempie la tua tomba.
Il livello dell'acqua si alza, e, il freddo sempre più ti entra nelle ossa.
Piangi e urli la tua disperazione. 
Ora sei completamente immerso.
Ora l'unico rumore che senti, è il battito del tuo cuore.  Ritmico, regolare, però sempre più lento. 
Sai che non potrai trattenere il fiato per molto tempo ancora... la fine è vicina.
Sei solo, al buio, al freddo.
A un passo dalla morte e con un senso di disperazione, non vedi l'ora che tutto finisca alla svelta...
Ti lasci andare,  e mentre l'acqua ti entra nei polmoni, speri solamente di non soffrire troppo.
Sono questi i momenti in cui la vita ti passa davanti.  Pochi istanti che però hanno la stessa durata della tua vita precedente.
"Addio,  ora vedremo se dall'altra parte si sta meglio. La nera signora è venuta a prendermi. Vado subito,  non è bene fare aspettare una donna"...

giovedì 14 marzo 2013

Come Potrebbe essere più difficile?

Come potrebbe essere più difficile di così non pensare a te?
Ci provo, in ogni modo possibile. Ma ogni volta risulta sempre più difficile.
Provo a immaginarti tra le braccia di qualcun'altro, nella speranza di trasformare il vuoto della tua assenza in rabbia. Ma tutto quello che ottengo è solo invidia e tristezza per il fatto che un altro uomo ti ha tutta per se. Quell'uomo che non sono io...
Potrebbe essere più difficile di così,  sapere che non ti posso avvicinare a me dal momento che tanto non mi guarderai più con gli stessi occhi di una volta?
Potrebbe essere più difficile di così, sapere che ti ho persa per il semplice fatto di avere dato tanto, troppo, in così poco tempo che ci siamo frequentati? Tanto ho cercato di darti il meglio di me, altrettanto ti ho spaventata e allontanata. E in futuro invidio chi riuscirà a prendersi quella parte stupenda di te.
Potrebbe essere più difficile sapere che, ora come ora, tanto devo tenerti stretta al cuore? Perché tra le mie braccia è rimasta solo un'ombra. Il fantasma di ciò che non potrebbe e non potrà, mio malgrado, essere.
Potrebbe essere più difficile continuare a dover ogni giorno abbattere le illusioni che il mio cuore crea? So perfettamente che la vita non è una favola. Il buono può anche perdere. Anzi, è la normalità. Nella vita reale tu non sei quel caso su un milione, in cui le cose vanno come desideri. Anzi, vanno nel modo peggiore in cui possano andare. 
Potrebbe essere più difficile restare indifferenti quando ti vedo?
Sapere di non essere mai contato nulla? Semmai solo uno dei poveri sfigati che ti è venuto dietro, che non è mai contato nulla e che ha fatto l'errore di prendersi troppo.
Potrebbe essere più difficile vederti andare via con il carico di indifferenza che mi hai riservato dopo avere umiliato quello che sentivo?
Potrebbe essere più difficile continuare a volerti nonostante la merda che mi hai gettato addosso?
Dimmelo tu.
Cosa potrei fare?

Ringrazio il cielo che tu non leggerai mai queste parole. Conoscendoti, ti spaventeresti, nemmeno fossi un maniaco o uno stalker.
Oppure proveresti pietà... no grazie. Posso immaginare quello che diresti in questo caso.
"Mi spiace ma non provo più nulla, anzi non l'ho mai fatto e questo lo sapevi fin dall'inizio. Credevo di essere stata chiara fin da subito quando ti dissi che se ti prendevi io me ne sarei andata... " In quel caso la mia risposta sarebbe:
"Grazie al cazzo, lo so. E scusa se sono un essere che prova sentimenti. Scusa se non accendo o spengo il cuore a comando. Sono abituato ad essere rifiutato tranquilla. Tanto prima o poi mi passerà.  Passa tutto. Ci vuole solo il tempo necessario. "